mercoledì 19 giugno 2013

Elba Freeride alla conquista del Monte Amiata

Sabato 15 Giugno, è il primo weekend di vero sole, dopo il raduno organizzato dai ragazzi dell’Elba Freeride è tempo per una trasferta in continente: la destinazione è il Monte Amiata. La partenza dall’isola si rivela travagliata e dopo 3 ore di ritardo, 2 cambi di mezzo e un ottimo pranzo all’Osteria del Ponticello riusciamo a raggiungere il porto di Piombino. 


Sbarcati ci dirigiamo di buona lena verso Castel del Piano dove passeremo la notte, per poi la mattina seguente lanciarci alla conquista della vetta.
Il viaggio è tranquillo e grazie all'ottima colonna sonora la strada scorre veloce, in breve siamo a destinazione.



Scarichiamo le bici e dopo un rapido controllo ai mezzi ci concediamo un breve giro per le strade del paese; ben presto la sera si fa sotto e andiamo a riposarci in attesa della dura giornata che ci aspetta l'indomani.





Domenica 16 Giugno, è il grande giorno, bici di nuovo sul furgone e si parte verso la vetta. Arriviamo al rifugio cantore dove si trova la sede di Amiata Freeride, Marco, Francesco e Stefano intanto ci han raggiunto dal versante senese. L'atmosfera che si respira è di pura eccitazione: scaricate le bici, scambiate le solite offese ed in breve le bici sono pronte per il trasporto; noi siamo già con la testa sul tracciato.



Il percorso è quello su cui si svolgerà la prox gara del circuito Gravity Race la settimana successiva. Il nome la dice lunga: l'Arrogante, ed è subito chiaro il motivo. Il tracciato è composto da una prima parte alta, veloce e divertente con diversi doppi e sponde, una volta entrati nel bosco la musica cambia





le alte sponde e i salti lasciano spazio al terreno naturale, il tracciato diventa più tecnico, trovare una linea ottimale non è facile, ma il divertimento è assicurato, 








l'uscita dal bosco immette sul drittone che porta all'arrivo, al centro il salto finale, un panettone di legno che ti lascia un'ultima scarica adrenalinica.




La giornata passa veloce e a parte l'ormai tradizionale caduta di Danilo (per fortuna senza grosse conseguenze) senza strani incidenti, basta escludere una serie sterzo allentata, una doppia foratura per un chiodo di 10cm.

Torniamo verso casa con ancora l'adrenalina che pompa nelle vene, e il ricordo di un tracciato pazzesco, lo sforzo dei ragazzi dell' Amiata Freeride è encomiabile, nonostante un inverno che non sembrava voler allentare la presa hanno lavorato duramente per creare un tracciato vario e divertente. Da rifare sicuramente.


Un ringraziamento a tutti quelli che c'erano, in particolare ad Amiata Freeride e a Edwin Pieroni per le foto.

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